Brano: [...]ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei princìpi che varranno ad allontanare ogni pericolo dì nuove guerre, a dare assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali del lavoro, a sviluppare le energie spiritua
li e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni” ». (G. De Rossi, li Partito popolare italiano dalle origini al congresso di Napoli, Napoli 1969, p. 54 ss.).
Il nuovo partito, che era la concretizzazione del pensiero politico di Sturzo, fece da catalizzatore delle forze del variegato mondo cattolico, suscitando subito contrastanti sentimenti nella Chiesa e nel mondo politico; alla prima sua battaglia elettorale però si impose in modo netto, conquistando il secondo posto per numero di deputati nell’assise parlamentare del Regno.
Si trattava in effetti di un partito moderno, ben diverso dai comitati elettorali ai quali i cattolici avevano dato vita in attuazione del Patto Gentiioni.
In occasione del primo Congresso[...]
[...]esso, celebratosi a Bologna nel giugno dello stesso anno, il sacerdote calatino ben si delineò come leader indiscusso del partito, del quale rappresentava l’anima centrale, per sua stessa natura mediatrice tra gli eccessi barricadieri della sinistra di Guido Miglioli (v.) e il moderatismo clericale che faceva capo al conte Filippo Sassoli de' Bianchi. Tale naturale tendenza alla mediazione lo portò, come segretario politico, ad accettare dopo il Congresso di Napoli la partecipazione del partito alle responsabilità di governo, anche se furono in quella occasione formulate nove condizioni irrinunciabili, che i popolari avrebbero preteso fossero inserite nel programma. Nella mente di Sturzo il partito dei cattolici si presentava come Tunica via per dare giusta voce al “paese reale” per tanto tempo escluso dalle scelte politiche:
« Ebbene — così si esprimeva dalla tribuna del congresso di Napoli — non è presunzione né spavalderia se si afferma che il Partito Popolare Italiano ha il compito e quindi il dovere di valorizzare tutte le sue forze, perché alla foga distruttiva e alla visione apocalittica del massimalismo socialista e al quasi nichilismo liberale, opponga la realtà delle trasformazioni nel campo economico e politico e la forza educativa delle sue idee, che anche attraverso i cataclismi sociali restano saldo e fecondo fermento di
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